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Selinunte

Selinunte è al centro del più grande parco archeologico del Mediterraneo, colonne e rovine di colossali templi greci sono i resti della città, sita presso la foce del fiume dove cresce ancora il prezzemolo selvatico (Selinon) che diede il nome al corso d'acqua ed alla città.

Il Tempio "C" è uno dei più antichi esempi di architettura templare dorica esistente, risalente alla prima metà del VI sec. a.C.
Il Tempio "E" è il più suggestivo, data la sua quasi totale ricostruzione, possedeva alcune metope figurate che ne ornavano la sua parte frontale. Testimonianza dell'antica arte dei Selinuntini e l'originale statuetta dell'Efebo.
Il Tempio "D" è il più arcaico, costruito intorno alla metà del VI sec. a.C. a poca distanza del Tempio "C", si trova nella Acropoli.

Sulla collina orientale sorgono altri due Templi "F" e "G", quest'ultimo è uno dei più grandi dell'antichità classica.
La città antica abitata sin dalla fondazione venne distrutta dai Carteginesi; i Selinuntini rimasti andarono a risiedere sull'Acropoli. Scavi recenti e tutt'ora in corso hanno messo in luce parte della Cinta Muraria , di cui non si aveva conoscenza, e una porta.

A un decina di chilometri ad ovest di Selinunte gli ingegneri selinuntini trovarono la pietra migliore per realizzare le loro grandiose opere nelle Cave di Cusa, oggi nel territorio del Comune di Campobello di Mazara.